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Aidoru. Così in Giappone si pronuncia la parola inglese “idol”, idolo, ed è nella terra del Sol Levante il modo di chiamare le star che, giunte giovanissime all’apice del successo, sono poi dimenticate subito dopo. Nati nei primi anni Novanta a Cesena con il nome di Konfettura, gli Aidoru sono Dario Giovannini, Diego Sapignoli, Michele Bertoni e Mirko Abbondanza.

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01/01/10

Songs Canzoni Landscapes Paesaggi: recensione emozionale su rockon.it

http://www.rockon.it/recensioni/3914-aidoru-songs-canzonilandscapes-paesaggi/

AIDORU – Songs Canzoni/Landscapes Paesaggi
gennaio 1, 2010 by Francesco Diodati   

I paesaggi. Le canzoni. I paesaggi nelle canzoni. Più semplicemente, le canzoni e i paesaggi. Più semplicemente, le canzoni senza canzoni. Il silenzio delle canzoni. I mutamenti. Radicali, profondi, viscerali. Il taglio netto. La sforbiciata tutta italiana. I ritorni attesi. Quattro anni di attesa, i concerti e un disco scritto e mai pubblicato. Nessuno è morto. La morte non esiste. Gli Aidoru nell’underground italiano. Gli Aidoru e il quarto album, “Songs Canzoni/Landscapes Paesaggi”. La voce s’abbassa, si spegne. L’anima si trasforma.
“Songs Canzoni/Landscapes Paesaggi”, diciassette brani. Gli Aidoru si sdoppiano, si spaccano, si dividono. Gli Aidoru senza testi. Solo i paesaggi. Solo la musica. Solo lo spazio imbrunito. Solo le pulsazioni imprevedibili. La neve si scioglie. Rimane il sole. Il cuore s’allontana dalle radici ed impazzisce. “Songs Canzoni/Landscapes Paesaggi”, la colonna sonora, la lunga tela, i continui intrecci free-rock, il rumorismo sotto le corde. Il jazz (“Albert none”), le lunghe, pesanti, metalliche braccia del noise (“Meno”), i krauti dolci a colazione e l’improvvisazione che rompe gli schemi. Il mondo senza schemi. Gli Aidoru e il quarto album. Gli Aidoru e la sperimentazione ossessiva. “Songs Canzoni/Landscapes Paesaggi”, senza canzoni, senza struttura.
Gli Aidoru nella quarta dimensione sempre anticonformista, libera, free. Gli Aidoru e il nuovo album, “Songs Canzoni/ Landscapes Paesaggi”, produce Trovarobato, sempre avanti, sempre in evoluzione, Aidoru.

Songs Canzoni Landscapes Paesaggi: disco del mese su rockline.it

http://www.rockline.it/review3940.html

Aidoru
Songs Canzoni - Landscapes Paesaggi
(Trovarobato/Audioglobe - 2010)
Album, Post Rock

di Paolo Bellipanni

"Affida la voce a chi sa dialogare col vento. Affidala a chi trasforma il canto. A chi lo fa capace di toccare. Una pietra l'acqua il cielo."

Il mondo è troppo ricco di sfumature, emozioni, visioni e colori per rimanere immobili e non coglierne ed amarne la poesia che vi trema all'interno. Songs Canzoni - Landscapes Paesaggi è il chiudere gli occhi e l'abbandonarsi a questo limbo, è l'attimo seguente al donarsi completamente al mondo - urbano e naturale - e alle sue infinite manifestazioni. Un rapporto dialettico in cui l'anima non solo assorbe ciò con cui entra in contatto ma lo trasforma, lo rielabora, lo filtra umanamente: poesia della natura e poesia dell'uomo, nello stesso linguaggio, negli stessi suoni.
Gli Aidoru - complesso di Cesena ormai attivo da più di quindici anni tra esperienze musicali e teatrali - da questo processo hanno tirato fuori un lavoro che definire particolare sarebbe riduttivo, un lavoro così intenso e profondo che quasi si fa fatica ad ammetterne l'italianità: di opere del genere il nostro panorama underground è rimasto brutalmente orfano da molto, troppo tempo, e Songs Canzoni - Landscapes Paesaggi, proprio perchè unico nella ricerca che lo contraddistingue, proprio perchè libero e purissimo nelle idee, nelle espressioni e nei concetti che splendidamente lo sorreggono, è un'opera troppo rara e preziosa per essere trascurata.

Pur trattandosi di un album strumentale, i versi della natura e della città divengono quasi ascoltabili, tangibili nella purezza attraverso cui i loro suoni si intersecano e si dipanano; distensioni ambientali, sperimentazioni concrete, frammenti noise e un languido rock strumentale si rincorrono nel perenne manifestarsi di uno stile poliedrico e maturo, in cui sperimentazione ed emozione sono due vie tanto diverse quanto intrecciate nello stesso, inestricabile nodo poetico: colpire e commuovere, stupire e toccare il cuore nel suo antro più remoto. Songs Canzoni - Landscapes Paesaggi è un lavoro che ripone il proprio nucleo in una ricerca artistica profondamente radicata ma mai eccessiva, mai ingombrante, mai autocelebrativa e intellettualoide: tutto va ascoltato ed assorbito come se si trattasse di un vero e proprio reportage della natura, come se fossimo immersi in un dipinto a cavallo tra impressionismo ed espressionismo, sospeso tra sommessi ritratti della dolcezza naturale e le sue più robuste distorsioni.

"Tutto sarà volo sulla nostra terra. Germoglierà d'aria. Vedrai che meraviglia. Scenderà sulla terra e arriverà fino alle radici di ogni cosa. Sarà suono volume terrestre. Tappeto d'aurora e azzurro silenzio. Nell'aria immobile scenderà. Al confine tra il cielo e la riva dell'oceano immenso."

La prima parte di quello che in fin dei conti può considerarsi come un doppio album, esprime il cuore più rock e orecchiabile del progetto: nelle undici tracce di cui è composto, il primo frammento Songs Canzoni si abbandona ad un post-rock limpido e spesso malinconico, intervallato ora da momenti più distesi e pacati (l'onirismo fluttuante del miraggio Reportage 01) ora da risvegli strumentali più aggressivi (il groove della splendida Albert None e le impennate simil-prog di Arcosanti), racchiusi perfettamente tra il fragore metallico dell'intro Stereo e gli alienanti ululati distorti di KQK che ne tracciano il confine finale. Nel mezzo, si sciolgono l'uno dopo l'altro affreschi post-rock fatti di chitarre secche e malinconiche (la slintiana Interludio, gli arpeggi slegati di Ritratto delle Correnti e l'ipnotica Modale) e paesaggi interiori nebbiosi, sospesi in uno stato indefinibile ma intenso, fugace, vibrante, come quello di Loopwalking (tra gli episodi più orecchiabili del disco) e quello che il capolavoro Pomeriggio N.1 raccoglie nella sua atmosfera dilatata e ombrosa.
Ma quando a muovere i primi passi sono le creature astratte del secondo frammento Landscapes Paesaggi, l'atmosfera dell'album si contrae, si spezza, le chitarre si ritirano (per tornare solo a sprazzi nella conclusiva Note/Epilogo), i ritmi si annullano, i suoni diventano cellule di vetro pronte a frantumarsi. L'inquietante rumorismo industriale di Interno apre così il cuore 'ambientale' degli Aidoru, strumentalmente sfigurati e immersi ora in un rituale elettroacustico alieno (il minimalismo di 110 (Frames)) ma sempre suggestivo, sia che si tratti di fantasie più ombrose (il quasi grottesco carillon digitale di Marcia Funebre e Di Notte, che rimane il viaggio ambientale meglio costruito e più intenso dei Landscapes) o di atmosfere più sognanti (Reportage 03 trasuda pace interiore nei suoi tre rilassanti minuti di soundscapes, voci filtrate e pianoforti).

"Comprenderai l'intero aspetto dello spazio. Parlerai della corolla e del petalo. Sorseggerai lo spazio dell'andata e del ritorno alla tua natura, con un numero infinito di pupille. Con un numero infinito di bocciuoli. Uscirai nello spazio. Nell'incolto delle tue grandezze."

Impeccabile nei testi (ad opera di Roberta Magnani) che arricchiscono il cofanetto, oltre che nella produzione e in una fase compositiva che denota una maturità inconfutabile tanto nelle melodie quanto negli arrangiamenti, Songs Canzoni - Landscapes Paesaggi ha l'unico demerito (come se fosse una sua colpa) di trovarsi all'interno di un panorama spesso cieco e stolto come quello nostrano, poco incline ad apprezzare e valorizzare su larga scala sperimentazioni del genere. Ma spesso le cose più belle sono quelle che rimangono oscure e segrete, preziose proprio perchè sotterranee e destinate a rimanere inascoltate ai più: l'ultimo lavoro degli Aidoru è una di queste. Da avere.

"Nel giardino delle misure coglierai tutte le radici e le metterai nelle teste. In dono avrai l'aria sottile. I colori su cui s'appoggia l'ombra. E gli splendidi raggi di sole, ascolta la pioggia. Osserva il nascere di fulmini e tuoni. Là dove il vento spargeva germogli foglie e corolle. Là dove c'erano quiete e morbide ombre ora fioriscono le nuvole [..] Aria e bisbigli si fanno uragano."

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