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Aidoru. Così in Giappone si pronuncia la parola inglese “idol”, idolo, ed è nella terra del Sol Levante il modo di chiamare le star che, giunte giovanissime all’apice del successo, sono poi dimenticate subito dopo. Nati nei primi anni Novanta a Cesena con il nome di Konfettura, gli Aidoru sono Dario Giovannini, Diego Sapignoli, Michele Bertoni e Mirko Abbondanza.

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29/03/10

Recensione di "Songs Canzoni" su Movimenti Prog

http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3160

Autore: AIDORU
Titolo album: Songs Canzone - Landscapes Paesaggi
Nazionalità: Italia
Etichetta: La famosa etichetta Trovarobato
Anno di pubblicazione: 2009

Voto medio: (7)

Recensito da Donato Zoppo

Lungo la rotta del silenzio... (Vers. stampabile )

Punk, immediatezza e do it yourself. Sembra strano che una formazione come gli Aidoru nasca al crocevia tra quelle parole d'ordine, ma non è un caso. Anzi: il gruppo cesenate proviene dall'ambiente punk-rock, quello che gli ha insegnato a fare da soli, a suonare per il gusto di farlo, senza sovrastrutture di sorta, senza retorica e finzioni. Eppure, stiamo parlando della stessa band che presto si esibirà in una rilettura del "Tierkreis" di Stockhausen...

Schizofrenia artistica? Anche il nuovo album farebbe propendere per questa ipotesi: "Songs canzoni - Landscapes paesaggi" è un'opera bifronte, composta da brani brevi (canzoni per modo di dire...) e "paesaggi" elettronici più ricercati e visionari. Al centro il silenzio, l'assenza di parole e lo spazio ampio, onirico, rarefatto tra i suoni. Ed è questo il segreto dell'album, l'elemento che dona unitarietà al disco, non divisione: perchè gli Aidoru sono sia il gruppo da blitzkrieg che l'entità sperimentale. Il post-rock impalpabile di "Reportage 01", "Modale" e "Interludio" lo testimonia, poichè si tratta di brani che hanno molto in comune con i suoni di frontiera della seconda parte, "Reportage 03" ad esempio.

Benchè il rischio di un disco come questo sia la frammentarietà ed un certo senso di smarrimento a fronte dell'assenza di un fulcro forte, pezzi più "densi" e scattanti come "Albert none" e "Arcosanti" - a cavallo tra rock-jazz e funk - mostrano ancora di più l'eclettismo degli Aidoru. Non è da tutti organizzare il classico crescendo alla Sigur Ros in "Ritratto delle correnti", lanciare un blues stralunato in "Kok" e poi espandersi e dilatarsi in "Di notte".

Un ottimo quarto album per una delle formazioni più intriganti della nuova musica italiana.

Recensione di "Songs Canzoni" su liverock

http://www.liverock.it/tuttarec.php?chiave=1072&chiave2=Aidoru

Aidoru - Songs canzoni - Landscapes paesaggi
(Trovarobato - 2009)
di Giulia Palummieri


Da sempre poco affini alle cosiddette regole della forma canzone, gli Aidoru danno vita, con il loro ultimo lavoro, ad un interessante incontro tra la percezione acustica e quella visiva. “Songs canzoni - Landscapes Paesaggi”, infatti, dissolve i confini, più o meno sottili, intercorsi tra un campo e l'altro, concentrando, in un unico accordo di emozioni, gli effetti dei medesimi.
Diviso essenzialmente in “Songs canzoni” (11 pezzi strumentali) e “Landscapes paesaggi” (6 pezzi maggiormente legati alla sperimentazione), questo lavoro trasforma in un attimo l'ambiente circostante, riuscendo non solo a condurti all'interno di determinate lande ma anche a farti riscoprire precisi piaceri assopiti. Melodie, rumori, silenzi e ogni elemento percepito dai sensi, d'altronde, è chiamato in causa nel gioco dello scambio del ruolo principale con il circondario, facendoci ottenere così visioni plurime di uno stesso panorama.

Sostanzialmente spinta verso atmosfere post rock / ambient tendenti alle metriche jazz, questa ultima produzione, diretta da una naturale voglia di rinnovarsi, traspone tale disinvoltura nello scorrere delle composizioni. In questo modo anche gli aspetti più complessi risultano di facile ascolto e, mantenendo alto il livello di scrittura, amplificano la bellezza degli ambienti descritti. Tali visioni però possono essere penalizzate da un ascolto non adeguatamente supportato, in quanto nei momenti in cui cala l'effetto scenico (complice anche la lunga durata del percorso complessivo), vengono messi in evidenza lati vagamente dispersi. In ogni caso, metaforicamente catalogandoli tra le buone leve del panorama indipendente italiano, non si può che consigliare l'ascolto del disco.

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