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Aidoru. Così in Giappone si pronuncia la parola inglese “idol”, idolo, ed è nella terra del Sol Levante il modo di chiamare le star che, giunte giovanissime all’apice del successo, sono poi dimenticate subito dopo. Nati nei primi anni Novanta a Cesena con il nome di Konfettura, gli Aidoru sono Dario Giovannini, Diego Sapignoli, Michele Bertoni e Mirko Abbondanza.

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04/03/10

Report live Aidoru su Fuori dal Mucchio

http://www.ilmucchio.it/fdm_content.php?sez=sulpalco&id_riv=74&id=59

AIDORU
Beba do Samba/Angelo Mai, Roma, 17/18 febbraio 2008



Sono passati per Roma il 17 e 18 febbraio gli Aidoru (si ricordi la rigorosa accentatura della prima vocale nella pronuncia del nome), proponendo due opere così lontane, ma allo stesso tempo così simili nella capacità di delineare, nell’ interpretazione emozionale e profonda compiuta dal gruppo, veri e propri paesaggi dell’anima. Arrivando dalla loro tournée promozionale del nuovo album “Songs – Landscapes” (Trovarobato/Audioglobe), partiti da Cesena, e in cammino per lo stivale, sono planati nei luoghi del Beba do Samba e dell’Angelo Mai. Hanno rotto il ghiaccio con la capitale proponendo il loro viaggio nel mondo di Stockhausen, che ha sorpreso il pubblico attento e selezionato che è intervenuto al Beba, situato nel quartiere di S. Lorenzo. Per interpretare il “Tierkreis” (Zodiaco) presenti sul palco Dario Giovannini (voce, chitarra), Diego Sapignoli (batteria, percussioni, campionamenti, glockenspiel, melodica, chitarra), Michele Bertoni (chitarra, basso, batteria). Dovendo fare a meno di una costola importante del gruppo per le due date: Mirko Abbondanza, e il suo basso. Non volendo pensare che potesse essere un handicap, ma uno spunto per dar sfogo alla loro creatività, gli Aidoru in trio hanno inserito nella loro strumentazione il vibrafono, in modo da avere una maggiore varietà timbrica, che si è subito fatta notare sul palco fin dalle prime note di “Aquarius”: viene infatti spiegato che, come da indicazione del maestro Stockhausen, la presentazione di “Tierkreis” dovrà sempre rispettare il calendario zodiacale. Dunque, febbraio = acquario, e via a procedere, fino a concludere il cerchio che riporterà questo viaggio astrale di nuovo all’inizio. Assorti e ispirati, i tre rispettano, zodiaco dopo zodiaco, quanto affermato: “Abbiamo scelto di lavorare sulle melodie di ‘Tierkreis’ perché hanno un sapore celeste e sospeso, sono libere ed estasianti…”. Il piccolo palco è tagliato dalle luci che vanno a illuminare gesti attenti, che, proponendone una versione rock-punk lunare, con momenti di quiete e accelerazioni improvvise, assolvono a quanto promesso. In attesa che esca l’album a ottobre per la Trovarobato/Audioglobe, arriva il bis della travolgente “Libra” (Bilancia) e un pezzo dal nuovo album, “Interludio”, che ci spinge a forza in altre dimensioni. E verso il live del giorno dopo nei pressi delle Terme di Caracalla, altri spazi temporali dove ha trovato finalmente posto il nuovo Angelo Mai, sfrattato nottetempo dal Rione Monti. Un grande capannone multiuso artistico, accanto a una casetta per il bere e mangiare, accoglie il nostro trio, sul palco pronto a lasciarsi andare di fronte a un pubblico di nuovo conquistato dalle esplosioni emotive del gruppo che con generosità non si tira indietro nel regalarci questo viaggio nel loro mondo personale. Occhi chiusi, presi dall’ispirazione, con amorevole attenzione consegnano un’ora di concerto che a tratti viene rotto dall’applauso sentito del pubblico, che in un dialogo silenzioso col gruppo, sente quando anche quel battito di mani fa parte davvero di quanto sta avvenendo. Non risparmiandosi, dopo l’ingresso iniziale d’acuto di Giovannini, alla voce e chitarra, Sapignoli avvolgendo la sua batteria, Bertoni alla chitarra e al live electronics, tutti dedicandosi a effetti distorcenti essenziali, procedono tra i brani di repertorio, concentrandosi in particolare sui 17 di “Songs - Landscapes”. Il pubblico, entusiasta, alla fine ringrazia con decisione.


Giacomo d’Alelio

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